Sotterranei Sonori
Blog settimanale di informazione musicale
10:43
GIUNTI ALLA FINE DELL'ANNO E' TEMPO PER L'INEVITABILE CLASSIFICA O LISTA DEI MIGLIORI ALBUMS. QUESTA CLASSIFICA PER ME E' PARTICOLARMENTE IMPORTANTE PERCHE' E' ANCHE LA SUMMA DEL PRIMO ANNO DI VITA DI SOTTERRANEI SONORI. SPERO VOGLIATE COMMENTARE, CRITICARE E DIRMI QUALI SONO STATI GLI ALBUM CHE VI SONO PIACIUTI E VI HANNO ACCOMPAGNATO IN QUESTO PRIMO ANNO DEL NUOVO DECENNIO. NEL FRATTEMPO NON POSSO CHE AUGURARVI UN MERAVIGLIOSO 2011. AUGURI E LUNGA VITA A TUTTI.
                       
20 VILLAGERS  - "Becoming a Jackal"

Album d'esordio per il cantante irlandese, belle melodie e pezzi orecchiabili. Un piccolo Paul Simon in erba che ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo al Knitting Factory di Brooklyn e che ha confermato il valore del disco. Decisamente da tenere d'occhio.
19 SPOON - "Transference"
Dopo l'affascinante "Ga ga ga ga ga" gli Spoon rinunciano agli arrangiamenti elaborati e ritornano a un rock essenziale e scarno. Usando un paragone blasfemo, si potrebbe dire che "Transference" sta al "White Album" come "Ga ga ga ga" sta a "Sgt Peppers". Dopo l'affascinante
18 THE MORNING BENDERS - "Big Echo"
Registrato a New York con l'aiuto di Chris Taylor dei Grizzly Bear, il secondo album dei californiani The Morning Benders segna un notevole balzo in avanti per il gruppo guidato da Chris Chu. Con "Big Echo" The morning Benders diventano un gruppo vero e trovano nello studio di registrazione l' elemento essenziale per aggiungere personalita' alla loro musica.


17 DARKEN MY LOVE - "Alive as You Are"
I Darker My Love sono stati una vera sorpresa, uno di quei gruppi di cui ignoravo completamente l'esistenza. "Alive as You Are" e' il loro terzo album, ricco di riferimenti alla scena folk psichedelica californiana degli anni 60 sia nelle voci armonizzate in stile CSN sia nei pasaggi strumentali alla Love. Un disco nostalgico, niente di nuovo ma accattivante. Il concerto al Webster Hall di New York ha confermato l'impressione che il gruppo e' in una felice fase creativa.
16 THE TALLEST MAN ON EARTH - "The Wild Hunt"
In questa strana riscoperta delle tradizioni folk guidata da gruppi quali Fleet Foxes e Bon Iver, lo svedese Kristian Mattson  si inserisce come una delle piu' originali ed emozionanti voci. "The Wild Hunt" e' un disco che si gusta come un buon bicchiere di vino o una conversazione notturna con un amico speciale.



 


15 OF MONTREAL - "False Priest
Dopo il passo falso di "Skeletal Lamping" Of Montreal ci regala un altro capitolo della loro stramba e colorata visione musicale. "False Priest" suona decisamente come un miscuglio di generi messi insieme senza la preoccupazione di essere fedele ad alcuno in particolare se non all'idea stessa della contaminazione musicale. Un disco dai colori forti, tutti in primo piano che rende il disco sempre nuovo e diverso ad ogni ascolto successivo.

14 BEACH HOUSE - "Teen Dream"
Victoria Legrand e Alex Scally continuano nella loro ricerca musicale fatta di  un certo sapore espressionistico. L'evoluzione e' lenta e fatta di piccoli aggiustamenti piu' che di cambi drastici di direzione, ma "Teen Dream" e' decisamente il loro album migliore fino a questo momento. Basta ascoltare "Zebra", la canzone che apre il disco, per cadere nell'incantesimo affascinante della loro musica che ha il potere di evocare piu' che descrivere.
13 JOHN MELLENCAMP - "No Better Than This"
Non c'e' titolo piu' azzeccato per questo album che vede John Mellencamp dare alle stampe uno dei dischi piu' belli della sua carriera e decisamente il migliore tra gli ottimi album pubblicati dai "vecchi" rockers quest'anno (vedi Robert Plant, Eric Clapton, Neil Young etc). Nonostante tutto sembri essere costruito per evocare un nostalgico elogio del passato, l'album suona sinceraremente emozionante e diretto, arrivando diretto al cuore proprio perche' concepito senza troppa testa

 


12 BELLE AND SEBASTIAN - "Write About Love"
Belle and Sebastian settimo album "Write About Love" non aggiunge e non toglie assulutamente nulla al valore del gruppo, ma e' difficile non rimanere imbrigliati nelle loro melodie e ritrovarsi a cantarle ed a fischiettarle con un piacere assolutamente irrazionale. La loro capsula temporale ne fa un gruppo assolutamente a se stante, ed e' difficile per me non inserirli in questa classifica.

11 THE BLACK KEYS - "Brothers"
Con "Brothers" i Black Keys mescolano le loro radici blues con la psichedelia dei loro ultimi due album, creando una sintesi perfetta tra passato e presente. Registrato nel legendario Muscle Shoals studio, l'album  e' una monumentale lettera d'amore al soul degli anni sessanta senza mai esserne una sbiadita copia. "Everlasting Light" e' decisamente uno dei momenti piu' alti di questo 2010 ed i Black Keys si candidano ad essere uno dei gruppi di punta del prossimo decennio.

 10 VAMPIRE WEEKEND - "Contra"
Il secondo album dei Vampire Weekend non ha colto nessuno di sorpresa come il loro esordio. Ma chi cercava appigli per dire che il gruppo era stato fortunato, ha dovuto ricredersi di fronte a "Contra". I Vampire Weekend sono una miscela di intelligenza e leggerezza come lo erano i Talking Heads negli anni '70/'80 aggiornando il vocabolario del college rock americano aggiungendo quella giusta dose di intelletualismo snob che li rende alternativi e mainstreem allo stesso tempo.


9 LIGHTSPEED CHAMPION - "Life is sweet! Nice to Meet You"
Devonte Hynes continua la sua avventura come Lightspeed Champion dopo l'esperienza con i Test Icles, confezionando un album ricchissimo di momenti musicali affascinanti. Dividendo l'album in quattro parti quasi fosse un doppio LP, il disco sembra la colonna sonora di un film immaginario. Ma quello che colpisce e' la straordinaria capacita' di scrivere canzoni sempici e complesse allo stesso tempo. Secondo me, l'album piu' sottovalutato dell'anno.


8 LCD SOUNDSYSTEM - "This Is Happening"
Ci sono diversi motivi per amare la musica di LCD Soundsystem: e' la musica dance del nuovo millennio; e' una sintesi tra elettronica e punk rock; e' ironia e cinismo nei testi nel descrivere lo scenario del popolo della notte ed e' - a dispetto di tutto - dannatamente contagiosa. "This Is Happening" e' tutto questo con una strizzatina d'occhio al Bowie di Lodger. C'e' da aggiungere altro?



 7 MGMT - "Congratulations"
Figli di un immaginario amplesso tra Flaming Lips e Suicide, il secondo album dei MGMT non solo conferma il valore del gruppo dopo il brillante "Oracular Spectacular", ma dimostra come il gruppo sia piu' interessato ad un cammino artistico che approccia l'aspetto commerciale in maniera casuale. D'altronde un album che contiene un pezzo che supera i 12 minuti non aspira certo ad entrare in classifica. Nonostante continui a pensare che la copertina sia orrida, il disco e' uno dei migliori dell'anno.

6 DEERHUNTER - "Halcyon Digest"
L'affascinante viaggio e trasformazione dei Deerhunter prende una nuova e piu' convincente forma in "Halcyon Digest", decisamente il loro lavoro piu' accessibile ma non per questo il meno affascinante. Se mai e' vero il contrario ed il gruppo  dimostra ancora una volta che essere accessibili non significa essere superficiali e che si puo' essere sperimentali senza rinunciare ad essere capiti. La bellissima "Helicopter" ne e' l'esempio lampante.


5 FIELD MUSIC - "Field Music (Measure)"
Dopo varie avventure in diversi progetti che non sono andati molto lontano,  i fratelli Brewis ritornano con il terzo album dei Field Music e quasi a voler recuperare il tempo perduto, danno alle stampe un disco doppio pieno di ottime canzoni. il gruppo sembra rinvigorito dopo la pausa, e l'album, nonostante la sua lunghezza, e' una goduria per le orecchie. L'ombra degli XTC e' ancora presente, ma i Field Music con Measure assomigliano alla somma di tutto il miglior rock inglese.

4 MAGIC KIDS - "Memphis"
"Memphis" e' a mio avviso l'album d'esordio piu' affascinante di questo 2010. "Figli" leggittimi di Brian Wilson, l'album sugue le orme del "padre" confezionando piccole sinfonie musicali nella forma canzone con una impressionante padronanza ed un gusto musicale che lascia affamati e con la voglia di ascoltare il prossimo album il piu' in fretta possibile. I Magic Kids hanno creato un piccolo capolavoro che speriamo sia solo l'inizio di una brillante carriera.


3 SUFJAN STEVENS - "The Age of Adz"
Dopo il capolavoro "Illinoise" Sufjan Stevens sembrava essersi perso: un album di canzoni natalizie, una sinfonia dedicata ad un'autostrada (la BQE di New York) sembravano indicare un momento di confusione. In realta', alla luce di "The Age of Adz" quello puo' essere visto come un periodo di ricerca. "The Age of Adz" utilizza l'elettronica in maniera creativa proprio perche Stevens non e' un artista legato al genere. Ma il risultato e' assolutamente brillante. Decisamente meno immediato di "Illinoise", "The Age of Adz" ricompensa dopo diversi ascolti ma, scavalcato l'ostacolo, e' un viaggio senza ritorno verso la bellezza pura.

2 ARCADE FIRE - "The Suburbs"
Il terzo album dei canadesi Arcade Fire non e' molto diverso dai due precedenti, ma non e' altresi uguale. L'aura nostalgica insita nel soggetto ne fa quasi un concept album sulla memoria e sul effetto che il tempo che passa lascia sulle emozioni. Il risultato e' quello di un disco ancora piu' grandioso dei precedenti. Gli Arcade Fire hanno caratteristiche letterarie come nessun altro gruppo contemporaneo ed il loro album hanno la stessa consistenza di un ottimo libro, una qualita' che nell'epoca dell'ipod e delle paylist e' abbastanza rara. E ormai chiaro che gli Arcade Fire sono la band contemporanea piu' importante pronti a rimpiazzare i Radiohead nel prossimo decennio come il prototipo di band da ammirare ed emulare.

1 JANELLE MONAE - "The ArchAndroid"
"The ArchAndroid" e' secondo me il disco dell'anno per diverse ragioni. Primo fra tutte e' un disco di musica nera che trasuda creativita' da tutti i pori e non e' un disco di hip hop.  Io sono dell'idea che l'hip hop ha da tempo perso la sua forza e "The ArchAndroid" rappresenta per me la prossima evoluzione della musica nera. Simbolicamente, e' il perfetto disco dell'era Obama in quanto ristabilisce un ponte culturale tra neri e bianchi essendo una musica inclusiva rispetto all'esclusivita' dell'hip hop. E non e' una caso che tale forze espressiva nasce dalla creativita' di una donna giovane ed afroamericana. Molto piu' di Erikha Badu, Janelle Monae puo' diventare il simbolo del prossimo decennio di una tradizione musicale che ha bisogno di nuovi stimoli. Ovviamente tutto cio' e' possibile perche' le canzoni sono straordinarie e sono pronto a scommettere che non solo "The ArchAndroid" e' solo l'inizio per Janelle Monae, ma che nel prossimo futuro in molti seguiranno il suo esempio.


































 





















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