Sotterranei Sonori
Blog settimanale di informazione musicale

HAPPY BIRTHDAY - "Happy Birthday"

07:00
Ecco un altro bell'esordio per il 2010. Gli Happy Birthday sono un gruppo del Vermount, ed il loro contratto ed esordio con la Sub Pop è avvenuto moto rapidamente. All'apparenza, (copertina compresa), ci troviamo di fronte all'ennesimo gruppo lo-fi che mescola garage rock anni 60 in chiave post punk, ma a ben sentire, gli Happy Birthday (ed in particolare il loro autore principale Kyle Thomas) sanno scrivere canzoni ben strutturate, e la loro veste lo-fi non è una scusa per uscire con mezze idee. Tutte le canzoni sono dei potenziali hit  a partire da "Girls FM" che ha effettivamente conosciuto una certa di notorietà sul web. Se saranno capaci di mantere un livello di scrittura così alto ed intrigrante, non è difficile immaginarli progredire con produzioni più sofisticate che li possano far raggiungere un pubblico più vasto ed essere protagonisti del decennio che si è appena aperto. D'altra parte possiamo immaginare potra accadere con un altra probabilità dato che il gruppo è stato messo insieme proprio perchè Thomas, (che già si esibiva da solo sotto la denominazione di King Tuff) sentiva il desiderio di usare una band per queste sue nuove canzoni perchè troppo insicuro a suonarle da solo. Di sicuro sembra che Thomas, abbia già collezionato un certo quantitativo di queste canzoni nate nella sua "cameretta" assicurando agli Happy Birthday un futuro certo. Speriamo non si spaventi più di tanto!
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I MIGLIORI ALBUM DELLA NOSTRA VITA

11:26
THE ROLLING STONES 
 "Exile on Main St." (1972)


"Exile on Main St." è da molti considerato l'ultimo grande album della lunghissima storia dei Rolling Stones. Un doppio album che racchiude tutte le loro influenze musicali qui espresse senza freni  che vanno dal rock 'n roll al country, dal blues al soul, dal gospel al folk.
La sua natura cosi vasta deve molto alle condizioni in cui il disco fu registrato. Nel 1971 i Rolling Stones dovettero lasciare la Gran Bretagna per non pagare le tantissime tasse che dovevano al governo. Si stabilirono quindi nel sud della Francia a Villefranche-Sur-Mer, nella villa di Nellcote affittata da Richard. Non tutti insieme però. Jagger andava avanti e indietro da Parigi dove la moglie Bianca stava per partorire ed anche il bassista Bill Wyman non era sempre presente. Molto dipendeva dal fatto che l'atmosfera della villa era di eterna festa a base di massicce quantità di droga, e la dipendenza di Richard si intensificò in questo perido talmente tanto che si riprese solo alla fine del decennio. Ma tutto questo, paradossalmente, lasciò spazio ad una creatività senza freni, senza scaletta, con interventi di musicisti che si alternavano nella visita "in villa" e venivano coinvolti nelle jam session e nelle registrazioni. La sensazione di immediatezza e ruvidezza di una musica spogliata da inutili orpelli e abbellimenti, non scomparve neanche quando le registrazioni si spostarono a Los Angeles e fu Jagger a prendere in mano la situazione fino all'uscita del disco. "Exile" infatti è il disco che sottolinea la diversa sensibilità musicale dei Glimmer Twins che qui però trova ancora una perfetta sintesi.
All'epoca dell'uscita, molti trovarono il disco impenetrabile ed ostico, dato che anche nel missaggio la voce di Jagger fu lasciata molto dietro gli strumenti. Soprattutto dopo l'uscita di tre album consecutivi ben strutturati e solidi come "Beggar's Banquet", "Let it Bleed" e "Sticky Fingers", "Exile" appariva proprio come la sua copertina, un collage di tante cose disparate  non necessariamente coerenti l'una con l'altra.
Ovviamente il tempo ha dimostrato che proprio quella era la sua forza; la mancanza di una struttura fa si che la musica dei Rolling Stones in questo disco sia pensata e suonata con in testa solo il proprio piacere, facendone un disco aperto e libero. Questo appare tanto più vero visto che non ci sono quelli che vengono considerati grandi classici (ad eccezione forse di " Tumbling Dice") ma ciò nondimeno, proprio perchè richiede un ascolto maggiore, è l'album che restituisce  l'immagine più umana  dei Rolling Stones, le loro ossa, il loro cuore ed il loro cervello.
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LOVE IS ALL - "Two Thousand and Ten Injuries"

05:52
Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che la Svezia non è solo Ikea e gli Abba. I Love is All sono un queintetto alla loro terza prova discografica e, come già spiegato in precedenza, sono uno di quei gruppi che non avendo raggiunto il successo immediato al loro esordio, continuano a migliorare di disco in disco. "Two Thousand and Ten Injuries" ha una produzione più accurata rispetto ai due dischi precedenti  ma la maggiore attenzione non va a discapito della qualità delle canzoni. L'iniziale  "Bigger Bolder" apre l'album con sonorità alla Strokes ed è il pezzo che più di ogni altro segna una continuità con il passto. Poi però le cose cominciano piano piano a prendere una forma più ampia e lo spettro si allarga con echi di Vampire Weekend o moderni New Order. L'ampio spettro dei generi lascia quindi un sapore di novità e di soddisfazione perchè l'album è pieno di piccole sorprese che rendono il disco dinamico e piacevole. Quello che rende poi il tutto unitario è il cantato di Josephine Olausson che, al pari della musica, diventa più misurato senza perdere l'energia primitiva che lo contraddistingue. Un ottima prova quindi che permette ai Love Is All di camminare per la loro strada lasciando orme sempre più profonde.
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DRIVE-BY TRUCKERS - The Big To-Do

14:31
In una intervista del dvd "The History of Rock 'n' Roll", Duane Allman (degli Allman Brothers Band), nel definire il southern rock, disse che essendo il rock,ed il blues, nato nel sud degli Stati Uniti, dire southern rock è come dire "rock rock". Questo termine mi piace molto per descrivere il nuovo album dei Drive-by Truckers. Dalla fine degli anni novanta, il gruppo continua sulla sua strada di continuatori di quella tradizione aperta dagli Allman e dai Lynyrd Skynyrd. Ma non fatevi ingannare dalla copertina in stile circense. Qui si parla di personaggi sconfitti, umiliati, poveri che hanno la vita dura e che ogni tanto se la rendono peggiore. Il quadro che i Truckers ci descrivono della realtà che conoscono e quello di padri che abbandonano famiglie ("Daddy Learn to Fly), di alcolizzati che non riescono a smettere di bere ("The Forth Night of My Drinking"), di cronaca nera dai risvolti sessuali("The Wig He Made Her Wear"), ma anche di chi è costretto dalla crisi ad accettare lavori umilianti ("This Fucking Job") o da chi vuole passare una qualche verità alle generazione future("Eyes Like Glue"). La cosa straordinaria è che questi temi vengono affrontati musicalmente con un vigore assoluto, lasciando alla musica la parte consolatrice che rende i personaggi più umani. Le chitarre elettriche la fanno quasi sempre da padrone e la forza della musica trasforma questo elenco di reietti e delle loro vite come qualcuno per cui simpatizzare.
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I MIGLIORI ALBUM DELLA NOSTRA VITA

06:37
THE BEATLES 
"Revolver" (1966)
"Revolver" è il sesto disco pubblicato dai Beatles, ma dal loro esordio erano passati solo tre anni. La loro incredibile progressione musicale raggiunge qui, forse, il punto più alto della loro carriera, anche se lo standard  che manterranno fino al loro scioglimento sarà comunque sempre elevatissimo.
Qui i Beatles danno sfoggio di tutta la loro creatività, ma lo fanno senza rinunciare all'immediatezza della loro comunicazione. Lo Studio di registrazione diventa l'ambiente ideale per dare sfogo a tutte le sperimentazioni che diverranno da questo momento in poi linguaggio comune nel dizionario del rock. Sebbene l'amore rimane un elemento presente nel loro linguaggio, i temi si aprono e si espandono attraverso testi che parlano di tasse, droga, solitudine esistenziale, espansione della coscienza e addirittura filastrocche per bambini.
Già dall'immagine di copertina si capisce che c'è qualcosa di diverso, a dimostrazione che la dimensione dell'album sta prendendo il sopravvento sul formato a 45 giri. Ma il tutto è reso possibile dalla qualità delle canzoni e dalla loro veste sonora. Chitarre registrate al contrario, loop su nastri magnetici, rumori di studio, arrangiamenti per archi, esperimenti con la voce: le sorprese e le innovazioni presenti in questo disco diventano un termine di paragone che vale ancora oggi.
Basta poi dare un occhiata ai brani presenti nella scaletta per capire che album sia Revolver: "Taxman", "Eleanor Rigby", "She Said, She Said", "Yellow Submarine", "Here, There and Everywhere" "Good Day Sunshine", "I'm Only Sleeping", "Got to Get You into My Life", "Tomorrow Never Knows"; si ha quasi il sospetto che ci troviamo di fronte ad un greatest hits.
Revolver è anticipatore della psichedelia che esploderà di li a poco ed inoltre vede la conferma di Harrison come autore che, non a caso, conquista il primato di vedere la sua "Taxman" aprire l'album, e forse può essere considerato come l'ultimo lavoro in cui tutti i Beatles contribuiscono in egual misura facendone un disco perfetto.
Dopo l'uscita dell'album, i Beatles faranno un ultimo tour per poi ritirarsi definitivamente dalla scena concertista. Se già era difficile, per i mezzi dell'epoca, fare dei concerti all'altezza delle loro produzioni, quello che fecero in studio da questo momento in poi era quasi virtualmente impossibile riprodurlo dal vivo. Sebbene in seguito verranno "Sgt Pepper's Lonely Heart Club Band", il White Album ed "Abbey Road", a distanza di oltre 40 anni "Revolver" resta un disco insuperto.





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THE SECRET HISTORY - "The World That Never Was"

07:55
I Secret History sono un gruppo newyorkese nato dalle ceneri di altro gruppo, i My Favourite. La differenza tra i due gruppi può essere vista più come una continuità stilistica piuttosto che una rottura; ma la dove i My Favourite usavano più strumenti elettronici, i Secret History ambiscono ad un suono più "umano". L'aggiunta importante sta anche nella voce di Lisa Ronson (figlia del mitico chitarrista di David Bowie Mick Ronson) che si è unita al gruppo dopo aver risposto ad un annuncio sul Village Voice di  Michael Grace Jr. (autore principale del gruppo), alla ricerca di una "voce femminile tragica". La sua voce, insieme a quella dell'altra vocalist del gruppo Erin Dermody e di Grace stesso, danno alle canzoni di questo album d'esordio la giusta forza ed eleganza che meritano. Certamente fanno dei Secret History una voce dissonante nel panorama dell'indie newyorkese, perchè gli arrangiamenti, le melodie, le armonizzazioni ed i testi, sono molto più ricercati ed eleganti di quanto ci si possa aspettare da bands con forti inclinazioni low-fi. Quello che ricordano invece sono gruppi come i New Pornographer ed a tratti anche i Prefab Sprout e gli Smiths più melodici. Un esordio maturo  di un gruppo che speriamo riesca a trovare la via del successo.
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I MIGLIORI ALBUM DELLA NOSTRA VITA

08:52
Da questa settimana inizierò questa piccola guida agli album che sono ormai considerati delle pietre miliari della storia del rock. Mi sono reso conto che forse potrebbe essere una aggiunta interessante. Visto che molto spesso si fa riferimento alle influenze del passato, ho pensato fosse utile parlare proprio di quei dischi che in ogni collezione che si rispetti dovrebbero essere presenti.  Quindi, ogni volta che vedrete il titolo "I migliori album della nostra nostra vita" saprete che si sta parlando di un disco del passato.
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TED LEO AND THE PHARMACISTS - "The Brutalist Bricks"

04:03

Per oltre un decennio ormai, Ted Leo è stato una delle più progressive forze musicale della scena indie della east coast americana con una fusione originale di pop e punk, hardcore e folk, tradizione e sperimentazione. La sua integrità di musicista lo ha reso una di quelle personalità che ispirano fiducia, al quale rivolgersi con la certezza che non ci deluderà. "The Brutalist Bricks" infatti si inserisce nella sua discografia senza fatica, senza strappi dimostrando invece una consistenza invidiabile nel costruire lavori soddisfacenti. Ted Leo infatti non è un ricercatore di nuove vie, ma uno che coerentemente ha trovato una strada che percorre sempre al massimo delle sue capacità che è quella di costruire melodie pop e vestirle di energia punk. Ma Ted Leo è anche coerentemente contro come autore di testi che ne chiariscono la sua visione delle cose, mescolando politico e personale, gioia e rabbia che non è stata minimamente scalfita dal cambio di guardia al potere negli Stati Uniti. Lo si capisce da subito, con la bellissima canzone di apertura "The Mighty Sparrow" che siamo dalle parti alte della sua ispirazione, ed il disco prosegue fluido, piacevolmente fino alla fine, rassicurandoci che almeno ogni paio di anni, un vecchio amico torna a farsi sentire per riprendere il discorso esattamente da dove era stato lasciato. Meno male che Ted Leo c'è.
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LIARS - "Sisterworld"

09:54

Ecco dunque che dopo tanto parlare di revival anni 60 e 70 arriva qusto disco dei Liars a scompaginare tutto. E' un ascolto assolutamente ostico, che ci trasporta in un mondo assolutamente decadente, quasi marcio. Oserei dire che questo da solo basterebbe a fare di questo disco un ascolto obbligatorio. Il mondo suonato dei Liars non ha niente di attraente, non ha una melodia cantabile ma è fatto di inquietudine e disagio che a volte esplode in una sorta di cacofonia disturbante ma il più delle volte si fa minacciosa come un avvertimento che qualcosa sta per succedere senza spiegare apertamente cosa. Questo è assolutamene più reale di qualsiasi tentativo di spiegare perchè la non chiarezza è l'unica certezza dei nostri tempi. I Liars ci avvertono ma non ci spiegano ed alla fine del disco ti ritrovi con il fiatone per essere scappato, impaurito, da un senso di negatività al quale è difficile dare una forma. Mi ci è voluto decisamente più di un ascolto per aprire quella porta della copertina. Ma è stato come trovarsi in un ambiente ostile e affascinante dal quale si vuole scappare e ritornare più volte. Inutile parlare delle varie canzoni, tutto il disco va preso nella sua interezza, se ce la fate.

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DRINK UP BUTTERCUP - "Born and Thrown on a Hook"

07:07

I Drink Up Buttercup sono un gruppo di Phildelphia al loro esordio discografico dopo aver costruito un forte seguito ed una certa reputazione per le loro esibizioni dal vivo. Il disco è inventivo ed originale, gli arrangiamenti sono molto interessanti e le melodie catturano subito. Anche qui siamo in presenza a riferimenti a tutta la musica prodotta dalla metà degli anni 60 alla metà degli anni 70 ma i generi sono abilmente mischiati tra di loro ed aggiornati e reinventati secondo una sensibilità moderna. E' una atmosfera quasi felliniana che colpisce, quasi a voler in qualche modo trasferire su disco l'atmosfera del concerto (ed infatti non si sentono molti stacchi vuoti tra una traccia e l'altra). Basta prendere come esempio l'iniziale "Seasickness Pills" con la sua mistura di pop inglese e garage americano inframmezzato da una sorta di canto gregoriano laico, per capire la filosofia dei Buttercup. Ci sono aperture, fermate e ripartenze che rendono l'ascolto premiante. Ora bisogna vedere chi e cosa uscirà da tutto questa sorta di revival anni 60. Sembra ormai imperante nel circuito indie americano questa ricerca delle radici, quasi a dimostrazione che ormai si è arrivati ad un punto talmente morto che bisogna ritornare da capo per ripartire. I Buttercup sembrano avere le idee chiare da questo punto di vista quindi speriamo che facciano strada.
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MALCOM McLAREN 1946 - 2010

02:09


Giovedi è morto all'età di 64 anni Malcom McLaren, conosciuto soprattutto per il suo ruolo nel lancio dei Sex Pistols e del punk inglese della fine degli anni '70. McLaren era malato da un po' di mesotelioma, ed è morto in una clinica Svizzera.
La sua è stata una figura molto controversa ma non per questo meno originale. Infatti, per la serie non tutti sanno che, McLaren prima di diventare manager dei Sex Pistols, è stato il manager dell'ultimo periodo delle New York Dolls. In quel caso, le sue trovate scandalistiche nulla poterono per risollevare le sorti del gruppo ormai imploso, ed anzi, vestirli di pelle rossa e farli suonare con una bandiera dell'allora URSS per scatenare scandalo nell'America non ha fatto altro che sfasciare il gruppo definitivamente. Ma quella frequentazione, e la scoperta della scena che allora si muoveva a New York intorno al CBGB lo ispirò a tornare a Londra e trasformare il suo negozio in un negozio di fetish che vendeva abiti ed ogetti di pelle e che si chiamava esplicitamente SEX.
Proprio qui si incontrano i futuri Sex Pistols e Malcom riuscì in Gran Bretagna a fare quello che non gli era riuscito in America. Il suo ruolo è sempre stato controverso, infatti qualcuno lo vede come un manipolatore più interessato all'immagine ed alla creazione dello scandalo piuttosto che alla musica. A supporto di ciò si cita il caso delle Dolls, ma anche il suo successivo smembramento di Adam and the Ants con la creazione dei Bow Wow Wow.
Ma è indubbio che McLaren ha contribuito, magari accellerando, alla creazione estetica del punk che andava di pari passo con la sua "filosofia" musicale. Probabilmente senza le sue trovate situazioniste (vedete la prima apparizione dei Pistols in tv con la cricca di punk che imbarazzano il conduttore con parolacce ed un fare strafottente; il lancio del singolo "God Save The Queen" suonando su un barcone sul Tamigi durante le celebrazioni della monarchia; il tour dei Pistols negli Stati Uniti fatto di date soprattutto nel sud dove si creavano situazioni incontrollabili di scontri fisici al limite del pestaggio) probabilmente il punk non avrebbe avuto lo stesso impatto.
Certo è che ci voleva un occhio fuori dal comune per poter immaginare di arrivare da qualche parte quando ha visto per la prima volta cantare Johnny Lyndon nel negozio al suono di un jukebox.
Il più grande truffatore del rock and roll, lascerà un vuoto comunque la pensiate, soprattutto in questo mondo anestetizzato in cui niente sembra fare più scandalo.
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SHE & HIM - "Volume Two"

07:03

She & Him sono rispettivamente la giovane attrice americana Zooey Deschanel ("500 days of summer" "Yes Man") ed il cantautore M. Ward . I due si sono conosciuti sul set di "The Go-Getter" quando il regista ha chiesto all'attrice di duettare insieme a Ward che aveva in cura la colonna sonora. I due registrarono una cover di Richard and Linda Thompson "When I Get to the Border" e scoprirono di avere una passione comune per il pop dei primi anni sessanta e registrarono il primo volume di questa avventura due anni fa. Ora questo "Volume Two" procede sulla stessa lunghezza d'onda: canzoni pop vintage, cantate ed arrangiate con gusto, un omaggio in punta di piedi ad una produzione che troppo spesso viene dismessa come facile. Invece risulta assai sorprendente come una ragazza di soli venti anni, con una carriera cinematografica in ascesa, trovi il tempo ed il gusto di impegnarsi in un operazione di questo tipo che non risulta affatto forzata bensi gradevole e spensierata come una vecchia fotografia ingiallita. Ovviamente grande merito va fatto al suo Him (Ward) che sa mettere insieme degli arrangiamenti giusti e delicati, che rendono l'atmosfera del disco sicuramente retrò ma non di maniera. I testi delle canzoni sono semplici, niente di trascendentale, storie adolescenziali d'amore che non sono però stucchevoli ed anzi aggiungono alla nostalgia del disco un pizzico di freschezza con riferimenti all'odierno come in "Sing" ("parlando al telefono mentre guarda Cribs/ lui non sa che tipo di ragazzo è). Insomma una sorta di tributo a tutta quella musica pop che va dalla fine degli anni 50 all'avvento dei Beatles, alle girls groups, al Brill Building pop, con un pizzico di Carpenters: adorabile.
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RAHEEM DeVAUGHN - "The Love and War MasterPeace"

15:15

Raheem Devaughn si autodefinisce "Radio Raheem" ed anche "R&Bhiphopneosoulrockstar" con la giusta arroganza che è filgia del talento. In questa sua terza prova ha messo insieme una sorta di concept album, non nel senso di una storia unica, ma di tante storie con un unico tema in mente: l'amore e la guerra appunto.
Il gioco di parole del titotlo (MasterPeace invece di masterpiece) ne rivela le ambizioni e la consapevolezza del materiale. Sin dall'iniziale "Bulletproof" si capisce che si sta entrando nel campo dei classici del soul, ed il paragone con "What's Going On" di Marvin Gaye viene subito alla mente. Il pezzo infatti è un compendio di pezzi di realtà che descrivino una situazione non certo brillante. Ancora più struggente e l'epica "Nobody Wins a War" che con i suoi quasi otto minuti, si avvale della collaborazione di grandi nomi del Neo -Soul (Anthony Hamilton, Chico DeBarge, Dwele, ) e soprattutto della grande Jill Scott che nella parte finale recita con grande forza : " La tua vittoria è superficiale...La tua verità è obliqua...il tuo patriottismo è spazzatura...tu mandi i miei figli ad uccidere esseri umani...famiglie che non hanno avuto modo di conoscere...tu mandi i miei figli in guerra come se la pace non avesse alcuna possibilità".
Tutto questo dolore non può che essere sconfitto dall'amore, almeno secondo Raheem. E qui i pezzi sono altrettanto belli, sensuali, erotici, ma anche problematici come quello degli amori violenti descritto in "Black and Blue"( "L'amore non è dolore, l'amore non è paura, l'amore non è lividi, l'amore non è lacrime, l'amore non è una telefonata alle due del mattino alla polizia).
Ma nella maggioranza dei casi, l'amore serve a corteggiare, conquistare, compiacere ed amare la persona che sta con noi, se necessario anche ricordando, come fa Raheem alla sua donna in "B.O.b.", che una persona in carne ed ossa che può baciarti, guardarti negli occhi, sentire il profumo è sempre meglio di un mero attrezzo meccanico che va a batterie!
Se tutto ciò non fosse abbastanza, ad mettere più carne al fuoco ci pensa anche il Dr. Cornel West(attivista per i diritti civili, filosofo, critico, scrittore e docente universitario) qui in chiave di MC e quasi coscienza critica di Raheem stesso che con tre intermezzi, dopo aver esaltato il ruolo dell'amore nella vita di ognuno di noi, esorta Devaughn ad trovare quella pace interiore che rende la vita un capolavoro cosi da rendere il mondo un posto migliore, con amore e senza guerra.
Insomma, questo MasterPeace è davvero un Masterpiece.
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