Sotterranei Sonori
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DEERHUNTER - "Halcyon Digest"

Giunti al quarto album, i Deerhunter prendono la forma di una band originale e riconoscibile che si lascia alle spalle tutte le influenze che hanno marcato i loro lavori fino a questo punto. La direzione presa con "Halcyon Digest" e' decisamente di forte emozione, con potenti ballate come la bellissima "Helicopter" e brani accessibili ma niente affatto banali che puntano l'attenzione verso la migliore tradizione pop degli anni '60 e '70. Per entrare dentro lo spirito del disco, bisogna superare il brano d'apertura "Earthquake", che nonostante il titolo (Terremoto) e' in realta una sorta di risveglio lento o di un lento addormentamento con dei suoni elettronici di sottofondo ad un arpeggio di chitarra che appunto non si sa se ci trasporta nel mondo dei sogni o della realta'. Infatti mentre le due canzoni che seguono, "Don't Cry" e "Revival", possono in qualche modo far venire in mente un Beck senza troppi fronzoli, con "Sailing" il disco rientra in quelle atmosfere oniriche della traccia d'apertura per poi ripartire con i due brani piu' marcati dell'album "Memory Boy" e "Desire Lines" con la sua lunga coda ipnotica. La sensazione generale quindi e' quella non solo di un album composto di ottimo materiale, ma di una sequenza ben strutturata che fa si che l'album venga ascoltato nella sua interezza. La cosa e' di per se' impressionante nella nostra epoca di playlist ed ipod che hanno ridotto la nostra capacita' di concentrazione per un intero disco. I Deerhunter si propongono come una di quelle band ancora capaci di credere che un disco, tutto il disco, sia il risultato di una ricerca musicale che va al di la della singola canzone e del rispettivo video ad effetto che l'accompagna, anche se basterebbe la sola "Helicopter" a farli comunque essere presenti.
1 commenti:

ottimo disco
io personalmente adoro "revival"


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