Ed Harcourt si trova in quella classica dimensione artistica dove un autore tormentato ed amante dell'autodistruzione e dell'eccesso, trova l'amore, si sposa, fa un figlio e cambia pospettiva. Tutto questo ovviamente viene filtrato attraverso la musica che produce. "Lustre" è quindi quel tipo di disco, quello che racconta la metamorfosi verso la ritrovata via. Lo fa attraverso 11 canzoni che spaziano dalla classica ballata pianistica ("Lachrimosity"), all'omaggio al suo maestro Tom Waits ("Heart of a Wolf"), passando per il pop apparentemente leggero ("Do As I Say Not As I Do") ed alla spectoriana "When The Lost Don't Want To Be Found". Ma una menzione a parte merita "Haywired" non a caso, a detta di Harcourt, la prima canzone ad essere stata registrata di questo lavoro. Qui Harcourt dopo aver fatto un compendio della sua situazione e di come sia riuscito a trovare "un po di felicità in un mondo d'inferno" arriva addirittura quasi a scusarsi di essere felice chiudendo con "It's not easy to be happy and get away with it" ("Non è facile essere felici e farla franca"). In questa frase è racchiuso tutto il succo di "Lustre" e di un artista che ha ritrovato, non sappiamo quanto temporanemente, un posto in cui sentirsi a casa.
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