Sotterranei Sonori
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PRINCE - "20ten"

Chiunque mi conosce, sa bene che sono un fan di Prince ed è quindi difficile recensire un suo disco con la giusta distanza. La notizia dell'uscita di un suo nuovo album mi ha colto di sorpresa; il fatto che sia distribuito gratis insieme ad alcuni giornali in Inghilterra, Germania, Francia e Belgio un pò meno. Lo aveva già fatto con "Planeth Earth" quindi, evidentemente, la cosa è per lui conveniente.  Nonostante la sua conversione religiosa come Testimone di Geova infatti, Prince ha addomesticato i suoi testi ma non certo il suo conto in banca. Resta il fatto che, comunque la pensiate rispetto alle sue convinzioni (che francamente mettono a dura prova anche i fans più accaniti) l'unica cosa che rimane è la sua musica. "20ten" inaugura la quarta decade della carriera di Prince, ed è il suo 27esimo album (ma la conta può essere diversa se considerate tutte le cose che ha pubblicato sul suo sito ora chiuso). Con una carriera così lunga quindi, tutto ci si può aspettare tranne che una rivoluzione nella sua produzione. Risulta però alquanto ingeneroso paragonare i dischi recenti con quelli del passato. Credo sia più giusto, come metro di giudizio, prendere come riferimento il periodo che va da "Musicology" in poi in quanto è con quel disco che Prince inaugura una nuova stagione . "20Ten" allora risulta facilmente essere il suo lavoro migliore. Tutto funziona perfettamente come in una sorta di deja vu. Tutto già sentito eppure tutto cosi incantevole, come una bolla atemporale, un universo parallelo in cui le cose sono rimaste intatte. La struttura ed il suono dell'album ricorda da vicino i suoi capolavori. Si apre con "Compassion" che ha la stessa funzione di "Let's go Crazy" o "Play in the Sunshine" per svilupparsi attraverso le romantiche ballate di "Future Love Song" e "Walk In the Sand", il funk di "Sticky and Glue", "Beginning Endlessly" e "Lavaux" per chiudersi con "Everybody Loves Me"  in cui però l'amore viene , almeno per una notte, corrisposto quando Prince dice "Tonight I Love Everybody, Everyboy Love me", quasi un arrivederci in allegria alla prossima volta. Ma proprio quando l'album sembra finito, arriva la traccia numero 77, "Laydown", che ci lascia forse capire che il prossimo capitolo non avrà la stessa leggerezza di questo. "Laydown" non solo è la traccia più ardita dell'album in cui Prince riprende la sua chitarra per deliziarci e la storia si fa decisamente più rock, ma trova anche l'ardore di paragonarsi a Yoda (si si, proprio quello di Guerre Stellari) quando esclama "From the Heart of Minnesota/Here Comes the Purple Yoda". Francamente, Prince di tutto aveva bisogno tranne che di affibiarsi un nuovo soprannome, ma dopo aver visto Janelle Monae cantare "Let's Go Crazy" al BET music award che ha insignito Prince con un premio alla sua carriera (Life Achivement Award), allora il paragone, in fondo, non sembra così fuoriluogo.
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