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I MIGLIORI ALBUM DELLA NOSTRA VITA

LED ZEPPELIN
"IV" (1971)

Quando nel 1971 i Led Zeppelin pubblicano il loro nuovo album, erano un gruppo non molto amato dalla critica, specialmente da quella inglese. Costruiti sulle ceneri degli Yardbirds da Jimmy Page, erano considerati a dir poco presuntuosi e famosi soprattutto per le loro scorribande nei tour americani dove si sentivano più a loro agio che nella conservatrice Gran Bretagna, dove invece vivevano la loro dimensione familiare. Queste due facce si possono ritrovare facilmente nella loro musica, tra le grandiose e potenti esplorazioni di blues elettrico alla massima potenza e la loro anima acustica e folk, esplorata profondamente nel loro terzo album. Questi due aspetti della musica dei Led Zeppelin, trova un sintesi massima proprio nel loro quarto lavoro.
In reazione alle critiche espresse verso gli album precedenti, l'idea di Jimmy Page fu quella di far uscire l'album senza alcun riferimento al gruppo: niente titolo, niente nome , solo quattro simboli scelti da ognuno dei componenti a rappresentare se stessi per focalizzare l'attenzione esclusivamente sulla musica. Ma l'immagine scelta era già di per se esplicativa: una foto di un vecchio contadino che trasporta un pesante fascio di legna appesa su un muro decrepito e scrostato di una casa diroccata, mentre in lontananza si stagliano le case ed un grattacielo di una città moderna. Il fatto che la campagna e la terra in generale sia simbolizzata da un quadro, ne da una visione arcaica e mitica che è propria della produzione degli Zeppelin che, tra miti celtici e riferimenti alchemici, propongono una sorta di culto moderno al quale sentirsi legati quasi in maniera esclusiva tramite un linguaggio cifrato da setta segreta. Nessuno saprà mai con certezza cosa i quattro simboli del disco significano, né perchè l'interno della copertina contiene il disegno dell' eremita dei tarocchi sul ciglio di una montagna con una lanterna in mano. Ma il tutto ovviamente ha importanza relativa perchè se da una parte continua a tenere in vita il mito, dall'altra può essere totalmente ignorato dato il livello musicale espresso in IV.
Eh si, perchè praticamente qusi tutte le canzoni presenti nell'album fanno parte del canone Led Zeppelin. Si parte alla grande con "Black Dog", potente ed anche rivelatrice del virtuosismo musicale dei quattro, e si procede verso l'inno di "Rock and Roll" una delle più immediate composizioni degli Zeppelin, dritti al punto senza troppi giri. La prima metà del disco procede con "The Battle of Evermore", canzone folk dai toni epici con riferimenti all'opera di Tolkien, che vede la partecipazione per la prima ed ultima volta di un ospite, l'ex cantante dei Fairport Convention Sandy Danny, per chiudersi con la canzone che è la più conosciuta di tutto il repertorio Zeppeliniano: "Stairway to Heaven". Da molti considerata una delle più grandi canzoni rock di tutti i tempi, "Stairway to Heaven" è la sintesi della sintesi delle due anime degli Zeppelin, essendo costruita su varie parti che vanno dall'intro acustico per poi crescere fino all'esplosione elettrica. La seconda metà dell'album si apre con "Misty Mountain Hop" in cui il basso di John Paul Jones e la chitarra di Jimmy Page vanno all'unisono creando una sorta di calvalcata supportata dalla metronomica batteria di John Bonham che addirittura utilizzera quattro bacchette nella successiva e complicata "Four Sticks". Infine, dopo la pausa acustica di "Going to California" (un omaggio, sembra, a Joni Mitchell) il disco si chiude con quella che è il vero capolavoro dell'album (sebbene meno conosciuta di "Starway to Heaven") "When the Levee Breaks". Qui gli Zeppelin si danno al massimo, a cominciare dalla potente batteria di Bonham (l'intro è stato più volte fatto oggetto di sample, persino dai Beastie Boys), dall'intepretazione magistrale di Plant alla voce ed all'armonica e tutta l'abilità di produttore ed arrangiatore di Jones & Plant, con l'uso di trucchi ed effetti da studio che danno al pezzo quel senso di prorompente minaccia  richiamata dal titolo.
Alla fine la scommessa di Plant e compagni fu di una grande vittoria e di un grande traguardo, dando alle stampe non solo uno dei capolavori del rock, ma anche uno dei dischi più venduto di tutti i tempi. Per tutti gli anni 70, i Led Zeppelin saranno il gruppo da imitare (moltissime volte senza mai riuscirci) e poi il simbolo del gruppo da distruggere secondo l'ideologia punk. Ma, da qualunque parte penda il vostro giudizio, "Led Zeppelin IV"(alla fine si sceglie sempre di chiamarlo così) rimane uno dei dishi più importanti della stoia del rock.
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