Sotterranei Sonori
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JOSH RITTER - "So Runs the World Away"

Josh Ritter è sicuramente uno di quegli artisti che riesce ancora a dare piena dignità alla parola "cantautore". In questo senso, quello cui ci troviamo di fronte è un disco che ha il sapore di un libro di racconti, ed il tema che lega  ognuno di essi è l'esplorazione. Non inporta il risultato, l'importante è lasciarsi trasportare dalla curiosità della conoscenza. Il viaggio, insomma, è più importante della meta. Il tema non è di certo nuovo, ma Ritter lo fa con un gusto del racconto infarcito dal suo background di studioso delle neuroscienze al quale era indirizzato seguendo le orme di entrambi i suoi genitori, e dal quale ha deragliato scoprendo Dylan, Cash e Choen. E allora il disco si popola di creature tormentate come l'archeologa cha ha una storia d'amore con la mummia che scopre in Egitto ("Curse"), o il capitano di una nave che attraversando il polo finisce per fare a pezzi la sua nave per riscaldarsi e non morire ma che ne parla come se fosse la sua donna ("Another New World"). La sua immaginazione letteraria nel descrivere i mille modi in cui si può scoprire il mondo circostante, è accompagnato da un lavoro musicale che veste le liriche in modo appropriato, partendo da una base tipicamente legata al folk ma aggiungendo qua e là invenzioni negli arrangiamenti per dare all' album una varietà altrettanto valida tanto quanto i testi. Quindi le influenze si allargano fino a comprendere un pezzo alla Tom Waits in "Rattling Locks" in cui Ritter in un cantato/parlato  dice "Non c'è niente di nuovo nel mondo che non abbia imparato stando fermo in questo posto", quasi a mettere in dubbio tutta la tesi del disco. Ma infondo è proprio il dubbio che fa muovere le cose, a creare le condizioni per la ricerca, a mettere l'anima in subbuglio per ricercare la pace.
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