Sotterranei Sonori
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WEEZER - "Hurley"

Non sono sicuro di quanto i Weezer siano conosciuti e seguiti in Italia, ma certamente sono una delle band piu' importanti della fine degli anni '90 in America. La loro fama si basa sui loro due primi lavori che sono oggi considerati due classici: "Weezer"  del 1994 (meglio conosciuto come The Blue Album, perche' esistono altri due album chiamati cosi' con differenti colori, rispettivamente The Green Album e The Red Album) e "Pinkerton" del 1996. Da allora, la storia dei Weezer e' stata una continua prova a staccarsi dal mito da loro stesso creato, senza pero' essere stati capaci di approdare verso altri lidi altrettanto soddisfacenti. Il ritorno ad una etichetta indipendente deve aver giocato un ruolo non secondario per la realizzazione di "Hurley" in quanto si percepisce un recupero di quell'energia che tutti aspettavano pazientemente da circa un decennio. L'album si apre infatti con la canzone "Memories" in cui  Rivers Cuomo costruisce un compendio di ricordi in cui racconta come era bello essere incoscientemente giovane e fare musica senza essere sottoposto a pressioni. I ricordi ed il passato giocano un ruolo fondamentale in "Hurley", ma il tema non sembra essere la nostalgia, quanto un riappropriarsi della propria storia per cercare gli stimoli ad andare avanti. Nella migliore canzone dell'album (secondo me ovviamente), "Unspoken", Cuomo racconta di questa difficolta, quella cioe' di trovare le motivazioni giuste per andare avanti e difendersi dagli attacchi esterni, e la canzone inizia con un un cantato morbido sotto una basi quasi acustica per finire con un urlo di rabbia su un riff quasi alla Nirvana. Ci sono insomma dei validi motivi per continuare ad ascoltare i Weezer e sperare che possano un giorno rompere quell'incantesimo che gli impedisce da un decennio di risalire ai livelli dei loro esordi. "Hurley" non e' perfetto, e ci sono ancora canzoni che si saltano, ma e' decisamente un passo verso una rinascita che potrebbe essere prossima.
1 commenti:

l'album non mi ha convinto granché, i tempi d'oro sono ahimé lontani.. però in effetti unspoken è probabilmente il pezzo migliore del dischetto


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