Sotterranei Sonori
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BEACH HOUSE - "Teen Dream"

Ci sono due tipi di storie che accompagnano l'evoluzione dei gruppi musicali. La prima è quella dell'esordio fulminante. Questa categoria viene subito esaltata dalla critica e spinta dall'industria discografica verso un vortice di interviste, concerti, apparizioni che tolgono tempo all'evoluzione artistica; registrano in fretta un secondo album che viene visto come una conferma del proprio talento e si infrangono sullo scoglio del terzo album che, nel migliore dei casi viene visto come "interlocutorio" e nel peggiore come una battuta d'arresto. La seconda categoria è invece quella che progredisce verso il successo e che in genere trova nel terzo album la giusta combinazione ed il giusto bilanciamento di tutti gli ingrdienti che compongono il loro percorso artistico.
I Beach House appartengono a questa seconda categoria e con "Teen Dream" hanno prodotto un piccolo gioiello. L'album si apre con la splendida "Zebra" che ci introduce in questa sorta di sogno dalle variazioni minime in cui Alex Scully e Victoria Legrand ci accompgnano tra tappeti di tastiere, arpeggi di chitarra e splendide melodie. Rispetto ai due precedenti lavori la batteria si sente di più ma niente di ballabile. La musica evoca più che raccontare, e lo fa con una delicatezza che a volte nasconde tratti malinconici ed inquietanti, come tutte le cose belle. C'è una sorta di aura nostalgica che pervade il loro lavoro come se questa "Casa di Mare" fosse il realtà un rifugio invernale isolato piuttosto che un posto di vacanza.
C'è forse bisogno di più di un ascolto per sintonizzarsi sulle loro atmosfere, ma una volta entrati si rimane volentieri fino alla fine.













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