Sotterranei Sonori
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I MIGLIORI ALBUM DELLA NOSTRA VITA

DAVID BOWIE 
"The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars" (1972)

David Bowie è uno di quesi personaggi che, entrato a far parte della mitologia dei grandi del rock, sembra abbia goduto del successo da sempre. In realtà le cose non stanno proprio così. Il grande successo arriva infatti proprio  con "Ziggy Stardust" che è il suo quinto album. Pubblicato nel Giugno del 1972, arriva a pochi mesi di distanza dal suo predecessore "Hunky Dory" incorporando tutti gli elementi di interesse che Bowie aveva manifestato fino a quel momento in una forma compiuta e definitiva.
David Bowie infatti non si limita a delineare le caratteristiche di Ziggy ma ne incarna la figura in una sovrapposizione talmente riuscita da "ingannare" il suo stesso inventore. Bowie e Ziggy sono la stessa cosa, portando all'estreme conseguenze il concetto di arte e vita. Con "Ziggy" si entra definitivamente nel nuovo decennio iniettando nel canone rock quell'idea di "finzione" artistica contrapposta all'autenticità degli anni '60. Si costruisce cioè una sovrastruttura culturale che è in grado di interpretare più che raccontare la realtà. Facendo questa operazione con consapevolezza, il gioco è ovviamente esagerato e sopra le righe ma anche profondamente ironico, cosa che diventerà sempre meno evidente successivamente tra coloro che ne seguiranno la strada.
Nel creare il personaggio di Ziggy, Bowie mette insieme passato e presente per proiettarsi direttamente nel futuro. La "storia" è solo abbozzata, quasi mai coerente, segno che Ziggy è più un prodotto che si è evoluto nel tempo cambiando forma man mano che che le cose si andavano sviluppando, piuttosto che uno confezionato a tavolino.  In linea di massima, comunque, si racconta dell'ascesa al rango di rockstar di Ziggy tramite l'ifluenza di forze extraterrestri. Ziggy diventa una sorta di messia che lancia messaggi di speranza ad un mondo destinato a vivere gli ultimi cinque anni della propria esistenza ma che viene prima idolatrato e poi distrutto dal suo stesso ruolo.
Nel creare questa rock star di plastica, Bowie si serve della sua acuta osservazione della realtà entro il quale agisce, mettendo in musica una falsa biografia che però lo porta a perseguire la sua personale fame di successo. Ziggy è intriso di tutte quelle figure che Bowie ammira; Marc Bolan, Iggy Pop, Lou Reed nel campo musicale, ma anche Andy Wharol, il futuro apocalittico di Arancia Meccanica, ed il teatro giapponese adottando  l''atteggiamento "camp" teorizzato da Susan Sontag e Oscar Wilde.
Il merito va anche condiviso con il suo manager Tony Defriers, che seppe creare intorno a Bowie un aura da rockstar quando ancora non era un artista di così grande successo. Questa idea di manipolazione fu molto importante nella creazione del personaggio. Comportandosi cioè come qualcuno di famoso e importante, Bowie e Defriers furono in grado di far aderire la loro invenzione alla realtà e quindi, attraverso Ziggy, di lanciare Bowie nel regno delle superstar.
La costruzione di un personaggio "reale" si manifesta anche attraverso un estetica che si evolve con l'evolversi dell'idea. I vestiti, le acconciature ed il colore dei capelli, il trucco, danno a Ziggy un corpo che esce da tutti i canoni del rock, rafforzando l'idea di una persona appartenente ad un epoca futura e, contemporaneamente, dando  cittadinanza e dignità alla diversità, in primo luogo sessuale, che fino a quel momento era relegata in secondo piano o rappresentata in maniera parodistica e stereotipata. Prima di allora non si era mai visto nessuno esaltare l'ambiguità fino a farne un valore. Fino a quel momento, le esagerazioni dei cantanti rock e le loro gesta sessuali erano sempre confinate nel terreno dell'eterosessualità. Con L'avvento di Ziggy si scardina anche quest'altro tabù.
Ovviamente tutto questo fu possibile anche grazie ad un disco dalle canzoni memorabili ed una profonda aderenza all'idea del rock "da tre minuti" in perfetta linea di continuità con i decenni precedenti. Sebbene infatti si parli di "concept album", non siamo in presenza della presuntuosità progressive. Aprendo le danze con la ritmica assolvente di "Five Years" e concludendosi con la splendida ballata di "Rock n' Roll Suicide", "Ziggy Stardust", sebbene decisamente più elettrico di "Hunky Dory" è pieno di canzoni orecchiabili e costruite per essere dei successi. La cosa straordinaria è che, man mano che l'idea prendeva forma, anche le esibizioni dal vivo diventavano sempre più incandescenti e potenti, molto più di quello che si era riuscito a fermare su disco. Ed è proprio dal vivo che si comprendo tutta la potenza di "Moonage Daydream", "Suffragette City" e della stessa "Ziggy Stardust". Gli spettacoli (non più semplici concerti) erano infatti la conferma che David Bowie non era un millantatore ne un mero prodotto artificiale ma un vero artista che utilizzava l'artificio come mezzo di espressione sostanziale.
Da questo momento in poi, Bowie avrebbe intrapreso una carriera in ascesa che gli avrebbe permesso di cambiare generi e looks, ma l'idea di fondo che diede origine a "Ziggy Stardust" non solo è rimasta come base delle sue esplorazioni artistiche seguenti ma ha permesso ad intere generazioni future di godere di una libertà espressiva prima di allora difficile da immaginare.
1 commenti:

questo è un'album fondamentale per tutti i rock'n'rollers.
anzi è L'ALBUM!!!
semplicemente perfetto!!!
tra i miei dieci preferiti di sempre :)


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